LA TRUFFA DEL “SI”
Le truffe, a seguito della liberalizzazione della telefonia e dell’energia elettrica avvenuta il 10 gennaio scorso, sono sempre più frequenti. Anche il gas seguirà lo stesso percorso, a partire dal primo luglio prossimo. Tra le truffe più ricorrenti spicca quella del “Sì”.
Operatori truffaldini si sono già insinuati nella quotidianità dei cittadini. Il loro scopo è “appioppare” un nuovo contratto a malcapitati esasperati, facendo leva sul risparmio. Tuttavia, omettono intenzionalmente costi aggiuntivi, aggravando la situazione economica delle vittime.
Il sistema è infido: i call center contattano telefonicamente, e sul display appare un numero di cellulare o fisso con prefisso italiano. Questo stratagemma aiuta a carpire più facilmente la buona fede dell’interlocutore.
Per prima cosa, l’operatore pone la classica domanda: “Lei è il sig. Mario Rossi?”. Se l’ignaro interlocutore risponde di “sì”, la comunicazione si interrompe. Lo scopo del raggiro è registrare quel “sì” del consumatore. Successivamente, il “sì” registrato viene manipolato attraverso un lavoro di copia e incolla, falsificando di fatto la telefonata.
Di conseguenza, il cittadino truffato sembra aver fornito il proprio assenso a quesiti mai posti. Tra questi, l’approvazione per concludere un contratto che non aveva mai richiesto. Dopo circa trenta giorni, il consumatore riceve una comunicazione che attesta il trasferimento a un altro gestore. Contestualmente, arriva anche una fattura di cessazione del precedente contratto.
Come difendersi
Quindi Il rischio di cadere nella trappola insidiosa del “si” molto frequente; di seguito alcuni suggerimenti per sottrarsi agli sgradevoli problemi:
- Prima di tutto non concedere in nessun modo i propri dati anagrafici;
- non comunicare il codice POD e/o PDR. E’ necessario sapere che i codici predetti identificano la propria utenza e vanno a iindividuare in modo preciso il contatore: il codice POD fa riferimento alla erogazione della elettricità mentre il PDR a quella del gas. Entrambi i codici sono indicati nella prima pagina di ogni fattura. Bisogna fare molta attenzione perché tali codici sono il primo elemento che i truffatori chiedono in quanto permette loro di poter trasferire il contratto ad altra società a loro collegata.
- non fornire assolutamente il codice fiscale, è un dato sensibile che non vi deve essere richiesto telefonicamente;
- non deve essere mai essere riferito il codice IBAN, tranne se si è oltremodo sicuri dell’interlocutore;
- naturalmente, non bisogna mai pronunciare la insidiosa parola “sì”. A chi domanda se si sta parlano con Mario Rossi, ad esempio, basta riferire semplicemente “sono io”, questo sarà sufficiente.
- Naturalmente, sarà necessario registrare il proprio numero telefonico sia fisso, che mobile, sul “Registro delle Opposizioni” (di seguito si indicherà meglio come procedere). Ciò proteggerà il consumatore dal telemarketing legale; di contro, non potrà far nulla contro quello illegale per il quale ad oggi non c’è una fattiva soluzione.
Come agire in caso di fatture non riconosciute
Il truffato, spesso, si accorge di essere stato ingannato solo quando riceve la prima fattura da un operatore sconosciuto. In molti casi, non ricorda di aver mai dato il proprio consenso.
In questa situazione, è fondamentale che il consumatore invii subito un reclamo formale alla nuova società. Questo reclamo deve essere inviato tramite raccomandata con ricevuta di ritorno per “disconoscere il contratto”. Se il passaggio al nuovo fornitore (switching) è già avvenuto, il reclamo dovrà intimare la “procedura di ripristino”. Tale procedura permette al consumatore di tornare al fornitore precedente, mantenendo le condizioni del contratto originale.
Si consiglia inoltre di inviare una copia del reclamo all’AGCM (Antitrust – Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato). Questo è utile per chiedere un intervento contro pratiche commerciali scorrette. L’Antitrust, infatti, ha il compito di contrastare comportamenti sleali verso consumatori e microimprese. Inoltre, vigila affinché i contratti per servizi essenziali, come gas, elettricità e telefonia, non contengano clausole vessatorie. Ecco i recapiti utili: AGCM, piazza G. Verdi, 6/A, 00198 Roma (RM) – pec: [email protected] – fax 06.85821256.
Se la società che ha ottenuto il “sì” in modo fraudolento continua a richiedere il pagamento della fattura, il consumatore può attivare una conciliazione. Questo passo è obbligatorio per procedere legalmente. Il servizio è gratuito e disponibile sul portale dell’ARERA (www.arera.it) per contratti relativi a gas ed elettricità. Per contratti telefonici, si può utilizzare il sito dell’AGCOM (www.agcom.it).
Se la conciliazione non ha esito positivo, il consumatore può rivolgersi al Giudice di Pace per importi inferiori a 5.000 euro, o al Tribunale per somme superiori. Durante il processo, è possibile richiedere la registrazione telefonica. Questo passaggio permette di fare chiarezza e, in caso di condanna, la società dovrà anche rifondere le spese giudiziarie.
Si consiglia anche di procedere con querela presso le autorità competenti.
Call center molesti, come dire basta
Purtroppo la truffa del “si” si realizza non solo per le mirabolanti promesse del notevole risparmio economico, ma anche a causa della veemenza ed aggressività di alcuni call center. Ovviamente, non tutti i call center operano in modo illegale approfittando dell’utente, ma la quasi totalità, purtroppo, agisce con insistenza a tutte le ore del giorno.
Ebbene, per tentare di bloccare le telefonate dei call center molesti, è attivo il Registro Pubblico delle Opposizioni, che è esteso a tutti i recapiti telefonici sia fissi, che cellulari. Invero, consente, al consumatore di opporsi alle telefonate di telemarketing indesiderate. I call center sono obbligati a consultare a cadenza mensile il Registro ed in ogni caso, prima di intraprendere campagne pubblicitarie. Una volta iscritti, l’opposizione si estende anche alla pubblicità cartacea.
Iscrivere il proprio numero di telefono mobile al Registro è facile ed ha valore retroattivo: l’iscrizione può essere eseguita direttamente sul sito www.registrodelleopposizioni.it oppure via email scaricando l’apposito modulo presente sul sito o per telefono, contattando il numero verde 800957766 per le utenze telefoniche fisse e allo 0642986411 per i cellulari. Con tale procedura i call center in regola hanno l’obbligo di cessare ogni molestia telefonica a danno dei cittadini.
Vice Presidente Nazionale Unioncasa