Il TAR Lombardia chiarisce il ruolo delle arti sociali e delle amministrazioni comunali in materia di accordi locali canoni concordati

Soddisfazione per la Sentenza del TAR Lombardia

Non nascondiamo la soddisfazione per aver finalmente ottenuto ragione anche presso il TAR Lombardia nei confronti del Comune di Milano, ma soprattutto perché questa sentenza, che si può definire storica dopo 25 anni dall’uscita della legge, mette fine alle prevaricazioni di certe Amministrazioni Comunali che ingiustificatamente si arrogano il ruolo di “approvare”, “validare”, “riconoscere” quanto non di lor

o competenza. Così Flavio Sanvito Presidente Unioncasa, commenta la sentenza che a poca distanza dall’ultimo parere del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti mette finalmente ordine nel definire diritti, doveri e compiti che in alcuni casi i comuni interpretano come di propria competenza.

Il Caso di Milano

Nel caso di Milano, il sito istituzionale aveva indicato come ‘senza valore legale’ l’Accordo legittimamente sottoscritto da Unioncasa e altre Organizzazioni di Proprietari e Inquilini. Successivamente, a seguito dell’Ordinanza del Tribunale di Milano che ha definito il contenuto diffamatorio, il sito ha dovuto oscurarlo.

Proseguendo nel discriminare tale accordo sia sul sito del Comune di Milano sia su Milano Abitare indicando che non avrebbe beneficiato delle agevolazioni fiscali locali, veicolando quindi proprietari e inquilini verso organizzazioni ingiustificatamente privilegiate, allettando proprietari e inquilini con la promessa di destinare loro fondi pubblici solo nel caso della scelta dell’accordo sponsorizzato dall’ex Assessore alla Casa Maran che in una mail indirizzata alle organizzazioni firmatarie dell’altro accordo la definiva un’iniziativa sgradita.

Una promessa peraltro vaga e vana visti tutti i vincoli previsti per un eventuale ottenimento, e l’assenza di stanziamento dei relativi fondi.

Sentenza Tar Lombardia

Auspichiamo che tale sentenza possa mettere fine alle tante interpretazioni, a volte arbitrarie e strumentali che negli ultimi tempi si sono susseguite anche a causa di un aumento di Accordi locali separati in tanti comuni grandi e piccoli, frutto di scelte a volte non condivise unanimemente, ma che, proprio per citare l’esempio di Milano, hanno portato dopo ben ventidue anni ad un accordo che funziona e che ha aperto la strada a una reale alternativa al libero mercato.

Risultati Promettenti

I dati oggi sono ancora provvisori, ma già possiamo affermare che dall’1% di contratti degli anni precedenti dichiarato dal Comune di Milano sin da subito (giugno 23) si è verificato un aumento a due cifre.

Riteniamo col tempo e una maggiore conoscenza da parte degli operatori immobiliari, di proprietari e inquilini, possa abbondantemente superare il 50% dei contratti di locazione complessivi, come già accade in molte città italiane con punte che superano anche l’80%” conclude Sanvito.

Chiarimenti sulla Posizione del Comune

Solo successivamente, e di fronte alla presa d’atto che sarebbe stato impossibile soddisfare la richiesta di Maran di raggiungere un accordo metropolitano, e al fine di evitare ulteriori tempi morti in assenza di un accordo che potesse finalmente far decollare il canone concordato anche a Milano.

4 organizzazioni poi divenute 6 hanno comunicato all’Assessore di aver raggiunto un accordo che nei giusti tempi e modi è stato depositato dopo essere stato illustrato sia al Comune che alle altre Organizzazioni che poi hanno ritenuto, legittimamente, a distanza di un mese, di affrettarsi a sottoscriverne uno con la paternità dell’assessore.

Conclusioni

Data la similitudine tra i due accordi probabilmente si sarebbe potuto convergere in uno solo, ma non avendo ricevuto proposte abbiamo ritenuto di andare avanti rapidamente per offrire a proprietari e inquilini quello che già da due decenni è proposto negli accordi delle altre città d’Italia.